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Tratto da: LINKEDIN
Autore: Fabio Vannini
Titolo: In questo periodo trovate più difficoltà o più opportunità per sviluppare progetti di DS? Insomma qualcuno si sta "svegliando" per innovare la sua comunicazione?
Luca Zambrelli
Ti direi che c'e' molto movimento. Purtroppo manca il "coraggio" di cambiare, di investire e di sostenere i progetti fino in fondo! Credo che sia una malattia comune a tanti altri settori. MA NOI ANDIAMO AVANTI!
Se poi dovessimo guardare il mondo delle opportunità digital signage lato clienti, posso dirti che attualmente i fornitori non credo siano ancora molto bravi a far arrivare i messaggi corretti. Siamo ancora inquinati dalla "raccolta pubblicitaria" come unico mezzo per sostenerne gli investimenti. Quando le concessionarie non sono o non vogliono ancora "essere pronte". Quando le agenzie media pensano ancora DIGITAL SIGNAGE = TV!
Questione di tempo!
A presto.
Luca Zambrelli
Beppe Andrianò
Anche io vedo fermento. Molto più fermento di quando ho iniziato diversi anni fa a spingere il Digital Signage anche in contesti dove appariva come qualcosa di alieno come in Popai che era il regno della cartotecnica e della comunicazione tradizionale.. oggi Daniele Tirelli, presidente di Popai scrive libri dal titolo "Digital Signage, l'immagine onnipresente" (Franco Angeli)..
Sicuramente i clienti hanno esigenze molto diverse e quindi vi sono diverse modalità di progetto e modelli di finanziamento..
Mentre probabilmente per le aree ad alto traffico (supermercati, aree pubbliche) il modello dell'autofinanziamento o ad integrazione pubblicitaria sia ancora quello più proposto.. nel mondo del brand i progetti viaggiano ancora su logiche differenti e si contano sulla punta delle dita le aziende che hanno sviluppato progetti di comunicazione (video) estesi.
In aggiunta a questo abbiamo il periodo particolarmente complesso che porta a mettere in vendita il più grande Network signage del mondo (PRN.. se vi avanzano 30 milioni di dollari) anche se tutti dicono che questo non abbia a che fare con il piano finanziario e con le logiche di comunicazione ma più con una necessità di cassa di Thompson.. ma vorrei vedere che lo vendono dicendo che non funziona e che non si ripaga.. Gianni! L'ottimismo è il sale(s) della vita..
Cominciano ad apparire in italia diversi network di "digital signage" che muovono più nella ricerca e nella selezione dei venditori di pubblicità in questo nuovo mezzo e con questo una sorta di autofinanziamento alla crescita..
Per esempio guardate il circuito www.spottler.com che si presenta addirittura con l'autorevolezza di una partnership con il CNR..
Poi esistono altri network generati dal basso (dalla richiesta dei clienti o stimolata da agenti) come la rete di successo in ambito farmaceutico Pharmarad ( www.pharmarad.it ) costruito intorno alla piattaforma ReteRadMedia che ha ottenuto recentemente un bel contratto con Carrefour.
E poi ci sono i casi "finanziati" dove vediamo una grande distesa di monitor in posizioni anche molto visibili ma senza alcuna "vera pubblicità" al loro interno e uno si chiede una volta che sarà terminato il "finanziamento" da progetto.. saranno in grado di mantenersi? E si aspetta alla finestra augurando ogni bene ovviamente perchè per ogni progetto di successo c'e' la possibilità che altri vogliano emulare..
Quel che manca storicamente sono le case history di successo che vadano appena oltre l'esperimento.. e anche quando hai dei dati di vendita che farebbero drizzare le orecchie ad ogni direttore commerciale.. i progetti non vengono implementati per le più disparate ragioni..
La comunicazione (qualsiasi comunic-
Un caso eccellente che voglio segnalarvi e che ho avuto occasione di conoscere nell'ultimo convegno Popai è stato quello realizzato per ora in 150 delle 600 officine della FORDService italia.
Il progetto se non ricordo male si chiamava FordVideoCom e un esempio dei contenuti è anche su youtube http://www.youtube.com/watch?v=hw7vVK3XFNI
Credo che il partner tecnico in questo progetto sia stato BoltCom ( http://www.axed.it/boltcom.php ) e prevedeva sia monitor da 17" che da 42".
Sicuramente potranno esservi altri interventi qualificati tra cui vorrei sollecitare quello di Simonetta Zandiri di StrategieDigitali ( www.strategiedigitali.it ) che nello stesso convegno ha presentato alcuni esempi di come viene interpretato il digital signage da noi (lei l'ha definito "Spaghetti Signage") che è spesso specchio di approssimazione di progetto e della semplificazione che spesso noi "italiani" siamo disposti ad accettare.. c'e' spazio per migliorare :)
Simonetta Zandiri
Anzitutto mi presento, sono titolare e cuore pulsante di Strategie Digitali SRL, azienda da anni attiva nel proporre soluzioni innovative a supporto del business, a partire dal web (abbiamo dovuto chiamarlo 2.0 perché avesse un senso)...e oltre! Da un paio d'anni cerchiamo di proporre a realtà di diverse dimensioni progetti di Digital Signage, diversi a seconda degli obiettivi. OBIETTIVI? Un'altra parola non sempre inclusa nel dizionario dei nostri interlocutori!
Lo Spaghetti Digital Signage parte dall'ultimo dei problemi: il costo del display, e si ferma al solito antico problema: chi decide all'interno dell'azienda? Il marketing? Il responsabile IT? Il responsabile Retail? Il responsabile risorse umane (pensate alle applicazioni corporate)? Insomma, "è tutto sbagliato, è tutto da rifare". Siamo al DS versione beta, chiamiamolo spaghetti, condiamolo con il pressapochismo tipico di ogni innovazione tecnologica (in Italia), e aggiungiamo un pizzico di "bugia-
La diagnosi e' drammatica, ma se dovessi fare una prognosi, a giudicare dai recenti movimenti (richieste di analisi, offerte etc.) direi che per chi, come noi, cerca di offrire un servizio che possa portare reali benefici al cliente, l'unico vero approccio è puntare su progetto pilota, cercando di farlo al meglio per poter raccogliere il know how sufficiente ad estendere il progetto (obiettivi, strategie, risorse, timing, etc.) a tutto il territorio. Circoscrivere la fase uno al progetto "pilota" permette di ottenere quei dati fondamentali, come il ROI, che poi consentiranno al management di capire che il DS è un'opportunità e non un pericolo, è un investimento e non un costo. Un piccolo ROI esteso a tutta la "rete" diventerà un grande ROI.
Intanto, continuiamo le nostre faticose evangelizzazioni, con tanta pazienza e tanta creatività. Di recente ho trovato un cliente che mi ha stupito, arrivava scottato dal primo tentativo di DS ed ha potuto comprenderne le complessità...arrivando a richiedere persino il "progetto preliminare". Non male, eh? Dai, che ce la facciamo...
Francesco Carrano
Insomma posso sintetizzare, forte di 10 anni di esperienze della mia azienda nel campo (sin dai primi pioneristici esperimenti nella Metro di MI) che c'è gran fermento, ma ancora poco substrato culturale affinchè il DS possa veramente decollare.
Marco Bompani
Gli stessi produttori di monitors stanno uscendo con soluzioni low cost ed integrate per permettere ai gestori di media di promuoversi con soluzioni meno onerose.
Sembra anche che la richiesta di mercato si sta spostando sempre di più verso soluzioni, dove l'interattività diventa un "must" per poter, non solo solo integrare piattaforme Digita signage, ma anche per aumentare la visibilità e i servizi dell'end user.
Comunque le chiaccahere ne fanno sempre da padrona per il DS.
Luca Zambrelli
Condivido il memo della Zandiri. I riscontri dal mercato sono i medesimi. E soprattutto, sul fronte dell'approccio, sono daccordo sul fattore "pilota". Il suo ruolo è in questo momento determinante sotto tante forme, dal laboratorio di sperimentazione fino al pragmatico impiego di valutazione. Strategicamente le mie attività di consulente partono prima dall'analisi e dall'individuazione del contesto convincendomi con i fatti della reale applicazione di teorie, idee e supposizioni nelle quali il DS può avere un ruolo.
Sempre più condivido la necessità quasi maniacale di dover abbandonare il modello di recupero degli investimenti tramite l'advertising. Anche se in certi contesti fortemente spinti sulla promozione questa sembra la migliore strada, sono altresì convinto che il ruolo del DS sia quello di traghettare l'advertising in una nuova era. L'era della pubblicità a valore aggiunto. Quasi una forma di ON DEMAND attivo, la cui percezione nasce da un vero interesse ed impulso di acquisto. Per necessità. Questo non significa frenare gli acquisti ma direzionarli verso dove il cliente ha acquisito sufficienti informazioni per essere convinto dell'acquisto. Indurre l'acquisto tramite la conoscenza di ciò che si sta comprando attraverso pareri di altri, recensioni, rapporto vantaggi e svantaggi. Sia per alimenti che per l'elettronica. Per tutto. Ecco in questo il DS credo potrà svolgere un ruolo importante. Senza dimenticare il resto del mercato. Dove peraltro intercettare dei valori aggiunti è già più semplice per chi come me di mestiere si è sempre occupato di consulenza progettuale, bpr e innovazione.
>Ma statisticamente non ce la fanno. Solo mettendo a fattor comune tanti
>micronetwork locali e facendo massa critica, gli 'n' micronetwork, gestiti da una
>concessionaria unica, potrebbero diventare appetibili per il mercato della
>pubblicità nazionale.
SI! ne sono convinto. Ma a che prezzo? Forse con standard tecnologici di interscambio! web services! media port! Argomenti che oggi nella giungla dei fornitori che nascono di mese in mese come funghi abbagliati dai facili ricavi promessi dalla pubblicità atterranno nel difficile mercato del DS. Ma molto presto qualcosa cambierà.
Stefano De Troia
Buon giorno a tutti! Mi inserisco anch'io nella discussione... dal mio punto di vista il problema è che non ci si focalizza sul contenuto ma sul contenitore. è inutile dire che il digital signage sia qualcosa di diverso dalla tv quando poi in giro si vedono tantissime soluzioni tipo "business tv", tutte uguali, con la finestra del video (o animazione flash) e i riquadrini delle varie rubriche (tipo news, meteo, ecc). è sconfortante! magari all'interno di monitor da 30" (molte volte anche tv). è questo vi pare un nuovo media? a me pare una schifezza! Utilizziamo display più grandi, utilizziamo immagini create ad hoc per questo nuovo strumento di comunicazione! Perchè se faccio una campagna sul web creo i "banner" o oltri tipi di immagini apposite (diverse dalla cartellonistica e dalla tv) e se lo faccio per un circuito di DS voglio riutilizzare i contenuti del web? La questione è in parte qui! se non si ottimizza uno strumento così dinamico, il gioco non vale la candela! (almeno secondo me).
Un altro grosso problema è la gestione del network distribuito, per questo dal mio punto di vista i progetti pilota sono fuorvianti. Un mininetwork di 20 punti (magari locale) può essere seguito da una persona all' interno dell'azienda che fa anche dell'altro, magari dedicandocisi poche ore alla settimana, ma gestire un network distribuito geograficamente composto da centinai di punti è un lavoro a tempo pieno!
sono anni che si dice "content is king" ma in tutti i progetti visti in italia non sono mai stato colpito dalla qualità dei contenuti...
Ultima nota, giusto per dissentire sul concetto di "display low cost", ricordiamoci che la catena del valore è importante: se ho immagini di buona qualità, un player con una scheda video eccellente e poi utilizzo un display con pannello ed elettronica scadente, vanifico tutto il lavoro di creazione dei contenuti!!! Nessuno di voi ha citato l'alta definizione, certo se dobbiamo vedere un'animazione flash, l'alta definizione non serve a nulla, se dobbiamo utilizzare un video (magari in 4:3) che passa sulla tv (quindi SD) non serve, ma allora io continuo a chiedermi dove sia il valore aggiunto del Digital Signage rispetto ad una tv.
Mi rendo conto di aver fatto un intervento un po' più operativo e meno strategico rispetto ai vostri, ma penso che sia necessario porsi anche questioni pratiche.
Fabio Vannini
Fino a qualche tempo fa stavo lavorando sulla realizzazione di un portale che potesse divenire incontro di contenuti da utilizzare per il DS, in ottica web 2.0 e quindi con la partecipazione di varie entità.Dovendo ora occuparmi di altro non riesco a seguire la cosa, ma se c'è qualcuno che vuole approfondire il discorso, possiamo davvero provare a creare un portalino internet interessante che sia di spunto non solo per le piccole webagency (che a loro volta potrebbero diventare creatrici di contenuti), ma per tanti clienti che potranno scaricare tanti format diversi...prima gratuitamente e poi chissà, a pagamento.