Digital Signage Italia situazione del mercato, player e progetti estesi

Vai ai contenuti

Menu principale:

DBCI Index Digital Signage Italia Q1-2010 Mai cosi male

Monitoraggio

Tratto da: LINKEDIN

Autore: Beppe Andrianò

Titolo:Mai così male (DBCI-Index Q1-2010 )

Guardando il risultato mandato ai 50 (su 70) che invitati a partecipare al sondaggio DBCI si rimane quanto meno sorpresi.

L'italia è per la seconda volta quella che segna un mood (attitudine/visione/percezione del mercato) molto negativa e in assoluto la più negativa nella seppur breve storia del DBCI-Index di Ovab Europe.

Siamo i piu sinceri? i più smaliziati o cosa?

Ho notato che la Francia si è mossa in modo diametralmente opposto al nostro partita ultima è cresciuta ed ora spicca al secondo posto sulla scala con un incremento di 22 punti (pari appunto al nostro decremento..)

Non ho visto annunci roboanti di installazioni e network in Francia particolarmente rilevanti..

Cosa mi sfugge? avete idee? Suggerimenti ? Ricchi premi e cotillons!

Investigherò per quanto possibile sulla composizione del panel francese per capire se non ci sia una maggiore componente di hardware, software o consulenza e integrazione..

Buon tramonto.. (vero non del DS...)

Beppe


Antonio Serino

Collaboro con un'agenzia pubblicitaria e l'effetto della crisi è questa: pochi vogliono investire in pubblicità, molti vorrebbero installazioni DS per poter far cassa. Esattamente il contrario di qualche tempo fa in cui era difficile trovare le location e tutto sommato la raccolta pubblicitaria era più "semplice" .

Ernesto Troiano

Anche io mi domando le ragioni del mood italiano. Devo dire che il questionario è molto (troppo) semplificato e riflette forse più le "delusioni" che le "previsioni" degli addetti ai lavori. Che le due cose siano poco distinguibili in un momento come questo ci sta.

Giovanni Fracasso

In ogni caso questo rappresenta un problema, a ScreenExpoEurope discutevo con un investitore statunitense che, dopo la presentazione di Rotberg, mi dice: "No, non abbiamo preclusioni per nessun paese europeo, nemmeno l'Italia, ma certo, con un Index così magari andiamo da un'altra parte".

Beppe Andrianò

@Ernesto: Il questionario è semplificato perché già ora con tre domande non c'e' volontà ed interesse a rispondervi oppure la mail è il canale sbagliato con cui effettuare questo tipo di sondaggio.
L'ultima domanda è stata inserita apposta per dare un'informazione in più sul settore più promettente per il DS.

@Giovanni: E' esattamente l'effetto che temevo e per il quale avevo mandato un sollecito a tutti gli operatori affinché dessero la loro visione. Mi sono gufato da solo :(
Comunque gli investitori dovrebbero operare nelle aree in cui vi sono opportunità e margini di crescita.. e sicuramente in Italia abbiamo margini di crescita per operatori con spalle forti e sufficente aggressività imprenditoriale.

La cosa strana che ho notato ed ho lanciato in un tweet è l'andamento simmetricamente opposto della Francia.. e sinceramente non ho visto tutti annunci roboanti arrivare d'oltralpe.

Quello che voglio investigare se sarà possibile è capire se tra i rispondenti erano di piu gli "hardware" i "software" gli "integratori" oppure i "consulenti".. e magari fare quest'analisi anche nel resto d'Europa.

Dario Pennisi

Carissimi,
la mia impressione è che la realtà italiana, storicamente legata a microimprese, abbia una visione di lungo termine molto miope e particolarmente influenzata dalla scarsa capacità di investire capitali significativi su operazioni potenzialmente fruttuose ma anche moderatamente rischiose.
la storica incapacità delle aziende italiane di usufruire dei contributi Europei come la innata propensione alla competizione piuttosto che alla aggregazione ci limita fortemente in tutti i campi tanto è che in tutti i settori siamo storicamente noti per i nostri artigiani e mai per le nostre grandi imprese.
il digital signage è un mercato complesso nel quale si debbono coniugare professionalità molto diverse dove la commercializzazione degli spazi pubblicitari alla integrazione di sistema fino alla capacità di installare e manutenere gli impianti e purtroppo ben poche realtà sono in grado di coagulare queste professionalità in modo efficace nel nostro paese di individualis

Beppe Andrianò

@Dario: Penso che sicuramente la realtà italiana sia atipica con la gestione familiare di quasi tutta l'ossatura imprenditoriale italiana. Ma è anche quella che ha permesso di resistere meglio alle ondate della crisi.. Poi la realtà non è cambiata durante l'analisi dell'index quindi quel che è cambiata è la percezione o l'attitudine.

Per tutti quelli che non hanno partecipato al sondaggio (cattivi!) ecco il link con cui potrete vedere il risultato che tanto colpisce..

http://bit.ly/cPkDYS


E' un documento "Internal use only" e lo pubblico solo perchè linkedin è comunque un gruppo chiuso e nello specifico in quest'area Digital Signage relativa al mercato Italiano penso sia importante conoscere come ci vediamo.

Ernesto Troiano

Una analisi di una sintesi così brutale non è per nulla facile. E' un esercizio di reverse engineering particolarmente arduo e prono agli errori. Il mio mood "moderatamente" negativo ad ogni modo si spiega così. Delle n-mila opportunità degli scorsi anni se ne sono concretizzate poche. Se l'unico business model del DS è quello della raccolta pubblicitaria (con tutte le varianti pittoresche che conosciamo) il break even tra una infrastruttura costosa e la fetta di pubblicità stornata da tv, carta stampata e out-door è ancora lontano. In ogni caso una cosa mi è chiara. Questo mercato non lo muovono i fornitori di tecnologia o i produttori di LCD con una crisi di sovraproduzione. Ergo un ragionevole ridimensionamento delle aspettative del mercato è doveroso per non portare la propria azienda a rischiare più del dovuto. Chiunque prende decisioni strategiche deve tenere conto di questi aspetti per evitare bagni di sangue alla propria azienda. Strategie di lunghissimo periodo non se ne possono fare come ricordava Lord Keynes.

Non ho capito però se il punto vero è un'altro. Ossia che dichiarare una aspettativa negativa sia controproducente. A quel punto basterebbe mettersi d'accordo tra gli addetti ai lavori e manifestare al prossimo sondaggio un esagerato ottimismo. Male non può fare e certo non peggio del più basso indice europeo che la storia ricordi. E' una provocazione ironica si intende.

Dario Pennisi

@Beppe
che la nostra debolezza sia anche la nostra forza è risaputo del resto il made in italy è sempre stato qualità artigianale nei piccoli numeri.

@Ernesto
come accade in borsa, le notizie pilotate sono un forte strumento di controllo: un grosso investitore comincia a vendere e crolla il mercato.
questa è la prima ragione della censura nei regimi...
nonostante non sia berlusconiano gli devo riconoscere che la strategia dell'ottimismo è più che azzeccata e spesso è l'unica vera arma in tempi di crisi

Ernesto Troiano

@Dario. Ti leggo a caldo e ti rispondo a caldo (poi chiudo l'ufficio e nel week end penserò ad altro spero).

Ricordo che Martin Gardner in uno dei suoi celebri e bizzarri racconti sul Dr. Matrix metteva in bocca ad alcuni sismologi californiani la frase: "Abbiamo bisogno di prevedere i terremoti come di un buco in testa". Forse si adatta al nostro caso ;)

L'indice a cosa serve e a chi serve? Se serve agli addetti ai lavori ossia alle aziende su questo mercato può rivelare una tendenza che evita di fare investimenti improvvidi sul breve periodo. Ma un buon affare (anche in borsa) si fa quando si rischia... non quando tutti fanno la stessa cosa. Quindi un indice che metta in luce un mood anche negativo è comunque informazione. Saperla sfruttare bene è un'altra questione. Se la informazione fosse falsata non avrebbe la stessa efficacia... non trovi?

Un caro saluto

Beppe Andrianò

Come diceva quella canzone.. "Don't worry be happy...." :)

L'indice va bene. E' lo specchio della sensazione dei partecipanti e spero che ora possa solo migliorare.. non siamo stati i soli a calare anche se nel nostro caso il valore finale è impressionante.

Sono stati portati molti ragionamenti validi sulla particolarità della realtà italiana ora visto che ho dato a tutti la possibilità di vedere il documento..iniziamo a farci un poco i fatti degli altri?

Gli inglesi, i nordici e gli spagnoli come noi hanno fatto scendere il loro indice di 20 punti..

Ritengo sicuramente Inglesi e i nordici molto avanti in europa sull'argomento dello sviluppo delle piattaforme DS, gli spagnoli sono probabilmente come noi.

Un calo di 20 punti prima di una fiera di settore come ScreenExpo... cosa vuole indicare? Non è un problema italiano.. e quell'investitore che ha parlato con Giovanni probabilmente vede solo problemi e non opportunità.

La lentezza nell'implementazione della tipologia di progetti DS fa si che occorrano 6/8 mesi prima di capire se qualcosa parte o abortisce dopo un pilota o anche prima..

Secondo me i francesi han fatto come suggeriva provocatoriamente Ernesto..

Gli olandesi hanno avuto la stessa flessione nostra all'inizio poi sono risaliti appena prima dell'ISE e sembra che continuino con lo stesso impulso..

Germania/Austria e svizzera rimangono sostanzialmente stabili..

Aspettiamo che l'index compia un anno con il prossimo sondaggio e vedremo l'andamento degli altri paesi .. sperando che non si possa andare a -10 :)

Buon weekend a tutti

Giovanni Fracasso

Una certa esperienza nel rapporto con gli investitori in Private Equity (ci lavoro dal 98) mi fa dire che in realtà l'investitore che vede solo le opportunità, ovviamente, non esiste.
Esistono investitori che cercano di bilanciare rischi ed opportunità e sulla base di un equilibrio tra i due prendono delle decisioni.
Un indice di settore, una volta che esiste e si è accreditato in una business community, diventa inevitabilmente un punto di riferimento per tutti, in particolare per quelli che vivono la community dall'esterno, tra i quali gli investitori. Ecco, Ernesto, a che cosa serve un indice.

Sulla scorta di ciò, esistono investitori più o meno propensi al rischio (e più o meno bravi, naturalmente), ma tutti sanno che i loro mandatari li valuteranno, in caso di successo, su quanto rendimento sapranno garantire per un particolare investimento in Private Equity. In caso di insuccesso la valutazione sarà (anche) sulle motivazioni che li hanno spinti ad effettuare lo stesso investimento. E la risposta "c'era un indice di settore altissimo" potrebbe salvarti da un licenziamento. Di certo dire "c'era un indice disastroso, ma io ho creduto fermamente nell'opportunità" significa assumersi in proprio tutta la responsabilità e quindi offrire il collo alla scure.

Tutto ciò senza contare che molte realtà che operano nel Private Equity si comportano come la maggioranza degli operatori finanziari: fanno i follower della cosiddetta "mandria elettronica" , cioè investono dove investono tutti i loro colleghi. Così se si guadagna, si guadagna in tanti; se si perde non si è i soli a perdere.

Quindi, per chiudere questo lungo post, un indice di settore serve e, una volta che esiste, va gestito con moltissima attenzione

Beppe Andrianò

Grazie Mille a Giovanni per questo messaggio che da il senso di quanto ci aveva riportato e gli era stato detto a ScreenExpo.

Il problema è che o un indice rappresenta un mood oppure no. E devo dire che avendo parlato con molti di noi la sensazione è che la sfiducia sulla possibilità di convertire a breve progetti che non riguardino enti statali è abbastanza alta.. vuoi per la solita italica gestione famigliare delle tante aziende vuoi perchè chi vorrebbe ti chiede di farlo gratis o a costi simbolici (richiesta di questa mattina..) al che la risposta non può che essere la solita.. No Money No Party :)

Questa mattina ho avuto anche modo di fare una Skypata (si dice?) con Florian Rotberg di Invidis che mi ha fornito ulteriori chiavi di lettura su quanto è accaduto...

La risposta degli italiani è stata come al solito intorno al 50% del totale delle richieste inviate in linea con il resto dei paesi.. tranne pochissime risposte in Italia non è mai andati oltre la parità sulla situazione attuale con al contrario una elevatissima prospettiva per i prossimi 6 mesi.

Magari gli italiani stanno solo anticipando un trend.. vero è che in passato uno dei comparti che trascinava verso l'alto (Software +80% ) ha dato una brusca frenata e questo in italia ma anche in Uk, Nordic e Spain..

L'indice non può essere "gestito" altrimenti la sua funzione di misurare il mood ed essere barometro delle aspettative del mercato cessa..

Sicuramente l'italia è un mercato piu difficile e più frammentato dove anche le leggi (vedi caso Canone RAI ma anche creativi regolamenti comunali) non migliorano le cose.

Ernesto Troiano

@Giovanni. A cosa serve l'indice è più o meno quello che ho detto io ma sicuramente l'hai detto meglio ;)

Il fondo di ambiguità che ho lasciato nei miei post (in modo leggerissimamente provocatorio lo ammetto) neppure tu l'hai eradicato.

Quando dici "l'indice va gestito con molta attenzione" cosa intendi? Ci conviene fare come i francesi che come sospetta Beppe (e anche io) si sono messi d'accordo per tirare su l'indice o essere abbastanza onesti e manifestare una tendenza negativa secondo gli elementi che abbiamo a disposizione?

Personalmente preferisco il secondo approccio... secondo me migliore anche per gli analisti e per chi investe e opera nel DS. Inutile tentare di salvare qualche testa se poi il mercato non c'è. Ma è ovvio che il mercato è influenzato da quello che si pensa non meno da quello che si fa. Quindi un bel dilemma ;)


PS: Non ricordo esattamente ma nelle mie risposte al questionario non ero stato così negativo. Evidentemente per portare giù così tanto l'indice in media c'è stato qualcuno molto più negativo di me.

PPS: leggo adesso l'intervento di Beppe e lo sottoscrivo







Non vorrei complicare ulteriormente la visione pessimistica.. ma mi risulta che anche il solo possesso di una linea ADSL obblighi al pagamento del canone RAI in quanto i contenuti stessi risultano fruibili attraverso piattaforma digitale.
Ma forse mi sbaglio :)

Buono il suggerimento involontario di Stefano di imbracciare il DBCI per graticolare il ministero delle poste e delle telecomunicazioni che non supporta abbastanza questo comparto industriale :)

Verificherò se è attuabile qualcosa in merito.

Roberto Castellani

Ciao a tutti e ciao Beppe, ancora non ho trovato una soluzione, ma mi domando questo: cosa diranno le Ns location quando tutte si vedranno recapitare comunicazioni di pagamento? è ovvio che ci diranno: ( o il canone me lo pagate voi o per me togliamo tutto l'impianto).
questo per piccole realtà come la mia rappresenterebbe un grosso impedimento.

Stefano Penna

Buon giorno a tutti,
nelle esperienze passate, come sempre ho visto che alla fine hanno vinto i potenti, Poste, Telecom, Vodaphone, Wind, non credo che tutti questi soggetti paghino per ogni loro negozio/locazione il canone RAI.

Il mio parere dopo molti anni che si discute di questa legge è che ci si debba muovere in modo ufficiale e risolvere il problema una volta per tutte.

Contattare il ministro dell'economia la confindustria ed intavolare rapidamente un confronto con la RAI per chiudere con una sentenza magari di un Giudice di Pace, o di un tribunale civile "questo trappolone".

Io mi offro per fare da portavoce per tutti coloro che vogliono partecipare.

Possiamo creare un comitato ristretto che rappresenti più aziende possibili, per esempio:

1 Rappresentante di POPAI
1 OVAB
1 Delle piccole e medie imprese
1 Io come associazione culturale Ethicinbusiness
.......
.......
Chi vuole aggiungere altro?

Naturalmente chiunque voglia adererire ad Ethic in Business sarà il benvenuto.

Pensate che sia utopico? Io personalmente sono molto stanco di dover sempre lavorare sotto la legge non scritta:

"non si può" però "nessuno controlla".

Roberto Castellani

D'accordo, visto che ho lanciato il sasso il meno che posso fare è partecipare attivamente.Sono a disposizione per qualsiasi supporto ed informazion

Arnoldo Cicalò

Vorrei aggiungere che contattati personalmente i vari organi, mi e' stato risposto (purtroppo verbalmente) che quando "E' palese l'utilizzo come monitor, ed in assenza di impianto di antenna" non contestano l'abbonamento rai.....

Stefano Penna

Siamo alle solite... io continuo ad essere convinto che se facciamo gruppo possiamo intraprendere una strada per lo sviluppo de settore .... conosco dei vari enti ... poi quando la RAI trova una rete di 100 - 200 - 300 punti ed un solo referente comincia a scrivere con l'avvocato ... io dico Basta! dobbiamo poter lavorare nel rispetto delle regole!!! e senza rischiare di essere ricattati.

Roberto Castellani

well, alla luce di tutto ciò la domanda è questa:
come procedere? chi contattare?, quali soluzioni proporre?

Stefano Penna

Beppe puoi verificare in associazione ed in modo ufficiale quante società possono unirsi a noi?

Beppe Andrianò

Il 24 p.v. durante il Working Group sul Digital signage proverò a buttare sul tavolo la questione e vediamo se è possibile tramite l'associazione che già ora raggruppa i principali operatori del mercato ottenere una qualche risposta dal ministero.

Sul fatto di far gruppo sfondi una porta aperta è quello che con Luca Viannini da quando lui ha aperto questo spazio ed io ho iniziato a gestirlo che propongo una modalità collaborativa e partecipativa.. senza nessuna etichetta o brand.

Sicuramente nel caso Popai non fosse interessata (ma non vedo perchè non dovrebbe) potremmo preparare una lettera aperta al ministero delle telecomunicazioni utilizzando anche dati come quelllo dei DBCI per sollecitare in qualche intervento.. dubito che ci possa essere una lobbby del DS ma chissà... :)

Se fossimo stati sotto elezioni e seguendo l'esempio di DigitalFairy che ha fatto un'ottimo lavoro sul suo territorio sicuramente saremmo stati (intendo i network ds) più interessanti :)

Stefano Penna

Personalmente la lettera la mandarei anche al minestero dell'economia e in confindustria, il problema non è solo relativo all'applicazione della legge ma anche all'obsolescenza della stessa che non poteva certo prevedere che ci sarebbero stati telefoni in grado di far vedere la TV ... Poi abbiamo da confrontarci con il diritto all'informazione (principio su cui tutti concordano) ed ancora su di un piccolo particolare "tutti noi paghiamo il canone per uso domestico" la domanda che mi pongo è, il canone non è una tassa di possesso altrimenti come per le autovetture dovremmo pagare un canone per ogni televisore posseduto. Però se in un bar ci sono 10 persone (proprietario e clienti) hanno tutti verosimilmente già pagato il canone e quindi acquisito il diritto di visione è giusto quindi doverlo pagare due volte?

Il diritto all'informazione è legato al fatto che un monitor è uno strumento per comunicare e quindi informare, quindi credo sia un diritto per tutti noi poterlo utilizzare senza dover pagare un balzello ulteriore, se questo strumento non trasmette contenuti televisi.

Diciamo che sarebbe bello confrontarci con un buon avvocato e capire quanto queste mi considerazioni possano essere la base per fissare delle regole chiare e che non blocchino il libero mercato ed il nostro diritto d'informazione.

Ad oggi credo che questa storia sia veramente un tappo per l'intero settore.

Marco Orlandi

Si, penso che il tavolo del 24 possa essere un buon punto di partenza, non solo per intavolare l'ennesima discussione su questa folle normativa, ma anche e finalmente per mettere sul tavolo azioni comuni.
Mi chiedevo se la questione è solo italiana o se in qualche modo anche colleghi di altri paesi abbiano avuto a che fare con la questione...

Ascanio Malgarini

non è solo rai ad abusare illeggitimamente dei nostri portafogli. La Siae quest'anno ha ottenuto il diritto di applicare una tassa su tutti i dispositivi elettronici in grado di riprodurre musica e filmati. Quindi dischi rigidi, memory card, ecc. E' una tassa che pagano direttamente i produttori/distributori, e che fa lievitare i costi di questi dispositivi. Si da per scontato che chiunque utilizzi un hard disk o similari, li usi per trastullarsi con contenuti scaricati illegalmente in barba alla Siae. Naturalmente siamo l'unico paese al mondo sottoposto ad una tassazione di questo tipo...

Beppe Andrianò

@Ascanio: Di questo si era già parlato in questo thread http://www.linkedin.com/groupAnswers?viewQuestionAndAnswers=&gid=947057&discussionID=12794553&sik=1273922482265&trk=ug_qa_q&goback=%2Eana_947057_1273922482265_3_2
Teniamo argomenti separati altrimenti non si arriva in fondo con nessuno.

@Marco: Il 24 analizzeremo le azioni che l'associazione può prendere sperando che il risultato possa andare a beneficio di tutti.. ci sta anche che l'azione che possa promuovere Popai sia estensibile ai soli associati sennò che senso ha associarsi? Popai è nelle condizioni di agire con logiche di Class Action e non mi sembra ci sono altre entità che al momento seguano il tema. Vi faremo sapere. Sicuramente come citava Stefano se qualcuno di noi è presente in altre associazioni imprenditoriali (confindustra, confcommercio, assocomunicazione) le solleciti sul tema.

Il Canone RAI come prima l'ICI sono in cima alle richieste meno gradite.. soprattutto nei contesti in cui nessuno visualizza il segnale RAI.. comunque se non vi sono decoder o sintonizzatori e sopratutto non c'e' connessione ADSL o altra connessione tramite la quale sarebbe possibile visionare i segnali televisivi in streaming.. non possono richiedere nulla.

Credo che la scappatoia per RAI se riusciremo a ottenerlo sarà quello di inserire i circuiti digital signage (che non usino MAI contenuti televisivi.. quindi mai news mai spezzoni di tg mai nulla di apparso su qualsiasi canale tv o satellitare) come già adesso per esempio è concesso a chi utilizza i TV come strumenti per esercitare il proprio lavoro (che è cosa diversa dal fruirne in prima persona ) come per esempio i riparatori televisivi o chi vende apparati tv come riportato a questo link http://bit.ly/b50iFm

Buon weekend a tutti
Beppe

Maurizio Soccodato

Buona sera a tutti, ho letto con molta attenzionesia i dubbi sia i comenti fatti sull'argomento. Credo che se da un lato aver alzato l'allarme è giusto, dall'altro non dobbiamo farci spaventare dalle stupide trovate di chi vuole a tutti icosti spillarci soldi.
Sono convinto che se i circuiti non diano informazioni o spezzoni di video provenienti dalla tv, non posano essere considerati televisori visto che ognuno di noi ha prove a sufficienza per dimostrare che i circuiti creati sono circuiti privati che palesemente mettono in onda video pubblicitari, basti pensare al fatto che tutti noi gestiamo i network tramite apposito CMS.
Non credo proprio che possano farci nulla, comunque sono d'accordo che si crei una squadra che possa rappresentare tutti noi e pporti avanti un sistema di tutela per tutti gli operatori del settore.
Maurizio Soccodato

Ascanio Magarini

Magari fosse così, la realtà è che rai trasmette anche via web, di conseguenza ogni sistema in grado di accedere a questo media rischia di essere assimilato ad un televisore. Io ritengo che l'allarmismo sia giustificato, e che sia il momento giusto per definire con chiarezza i limiti di quella che è diventata a tutti gli effetti una tassa sull'informazion

Stefano Penna

Purtroppo devo concordare con Ascanio, prorpio a seguito di quanto stavamo scrivendo ho fatto alcune verifiche e purtroppo anche un altro grande progetto (per interderci si parlava di altri 1000-1800 schermi) sembra abortito, anche per colpa del canone RAI.

Ovviamente mi associo a Beppe ma esendo uno di quelli che non appartiene a POPAI, mi permetto di aprire la porta a chi come me non è associato ma vuole fare qualche cosa, contattatemi al mio cellulare 3939720885, oppure alla mia email stefano.penna@ethicinbusiness.it.

Io sono sinceramente stanco di vivere in un contesto di incertezza e spero che molti di voi si uniscano al mio grido di battaglia "regole certe"!

Spero di sentirvi in molti e tal proposito aprirò un nuovo gruppo di discussione, per dare supporto e collaborazione a tutti i gruppi che si muoveranno in questa direzione POPAI compreso.

Maurizio Soccodato

Salve a tutti,
mi domando: ma alora siamo tutti fuori legge!!?
secondo quello che leggo da tutti voi allora anche privatamente per tutti noi che possediamo schermi, pc, telefonini ed altro il problema sussiste?!
e i grandi player? cosa dicono? avete provato a parlarne? scusate ma rimango sbalordito e spero che tutto questo sichiuda pasitivamente, altrimenti gli investimenti che stiamo facendo tutti noi vanno in fumo o se dobbiamo ammortizzare questo costo avremo tutti grossi problemi!
rimango disponibile per condividere il pensiero sull'argomento
buona sera a tutti
Maurizio Soccodato

Beppe Andrianò
Seguendo il suggerimento di Stefano Penna ho creato un subgroups in Digital Signage italia che si occupi proprio di verificare questo tema.

Il sottogruppo è questo ed è aperto a tutti i membri interessati

http://www.linkedin.com/groups?gid=3051927&trk=anetsrch_name&goback=%2Eanh_947057_1274079519703_1

Appena ci saranno un poco di persone nominerò sicuramente Stefano Penna e Roberto Castellani che ha lanciato il thread manager dello stesso

Saluti
Beppe




Molto, e dico molto interessante


 
Torna ai contenuti | Torna al menu